domenica 10 settembre 2023

Le melanzane e le ammoniti

         La melanzana, Solanum melongena Linnaeus, 1758, è il frutto edibile di una pianta erbacea di origine asiatica, utilizzato moltissimo nella cucina mediterranea. La melanzana è diffusissima nella cucina italiana in ricette iconiche come la calabrese “Melanzana alla parmigiana”, o sott’aceto (splendide crude), o grigliate.



            È importante mangiare la melanzana tramite classica cottura o trasformazione con l’aceto (che è una sorta di cottura) perché tutti i vegetali del gruppo delle Solanaceae contengono la Solanina che è un alcaloide glicosico tossico. Non procura la morte, ma rimane una tossina. La solanina si annulla tramite cottura a 243°, ma anche a 170° (ad esempio nella frittura, oppure grigliata) la solanina si riduce tantissimo.

 La melanzana presenta anche un’altra problematica, ha un sapore amaro. L’amarezza è dovuta alla presenza di antociani, un composto polifenolico metabolito secondario vegetale. Dal greco “fiore blu”, l’antociano è il composto che da’ il colore al fiore e al frutto della melanzana, è presente per lo più nella buccia e nei semi.

 Una delle tecniche utilizzare per ridurre l’amarezza della melanzana è di tagliarla a fette, cospargere ogni fetta di sale e lasciare tutto a drenare l’acqua che produce (di colore violacea). Per favorire il processo usualmente si tende a voler strizzare o pressare le fette di melanzana con un peso.

Volevo fare le melanzane grigliate e quindi dovevo eliminare l’amaro, secondo quanto già detto, ma non riuscivo a trovare un peso adatto e guardandomi attorno l’ho vista e mi sono chiesto se…


 Poche domande e ho preso il peso e l’ho posizionato, avvolto in un fazzoletto, su di un piatto a sua volta posizionato sulle melanzane.

 Si tratta del fossile dell’ammonite Geczyceras bonarellii (Parish & Viale, 1906), diffuso nel dominio tetideo mediterraneo e nordeuropeo durante il Toarciano superiore, parte finale del Giurassico inferiore.


            L’esemplare proviene dagli strati affioranti a Belmont, in Francia ed è caratterizzato da una conchiglia planispiralata mediamente evoluta con ornamentazione caratterizzata da coste lievemente proverse, affievolite nei giri esterni e legate a coppie o a gruppi di tre in tubercoli posizionati nella porzione ombelicale del fianco. Inoltre, la conchiglia è impreziosita da linee di sutura finemente cesellate che fanno di questo gruppo di ammoniti tra le più belle ed affascinanti.

E così con queta idea folle ho avuto modo di parlare delle melanzane e delle ammoniti.

Ps. Tutte le informazioni riguardanti le melanzane provengono da wikipedia.

sabato 20 febbraio 2021

Il mio primo anno di Coronavirus

La data non la ricordo affatto, quindi potrebbe essere circa un anno, e il telegiornale non lo vedevo, impegnato in cartoni animati con Emma, tuttavia ovviamente ero a conoscenza di una situazione sanitaria in crisi in Cina.

Ma d'altronde ogni 3 per 2 un brutto male era causato dai cinesi, almeno secondo una certa televisione e una certa politica.

E tutti gli allarmi dopo un po' rientravano.

Questa volta era differente e nei corridoi scolastici serpeggiava la paura.

E lavarsi le mani, starnutire nel gomito, pulizia e attenzione

Finché un giorno in classe due ragazzi, in classe, una prima media, si passano una mascherina.

La mascherina, questa new entry, semisconosciuta, con cui saremmo scesi a patti di lì a poco.

Era una mascherina credo fatta in casa, a fiori, apparteneva ad una ragazza di origine vietnamita, dettaglio di rilievo per quello che sarebbe successo di lì a poco.

La mascherina era mostrata come curiosa novità e i ragazzi ci giocavano, ma era necessario porsi il problema di capire quello che succedeva.

Avremmo capito dopo che "passarsi una mascherina" era tra le azioni più pericolose mai fatte.

Allora ci siamo posti il problema di cominciare a lavorare, in scienze, sulla situazione in essere con l'obiettivo di cercare di comprendere cosa stesse succedendo, e perché tutti fossero così allarmati.

La ricerca l'abbiamo fatta su internet, di classe prima e di gruppo poi, tramite ricerca per parole chiave, in inglese.

E abbiamo scoperto Wuhan, il market degli animali selvatici, pipistrelli e tramiti. 

Abbiamo scoperto i virus della famiglia Coronaviridae, tra cui novel Coronavirus 2019 (n-Cov 2019) e infine abbiamo scoperto la reazione delle persone a tutto quanto.

La padrona della mascherina a causa dei suoi occhi a mandorla e della sua origine, raccontò di essere stata discriminata nel paese.

Insieme alle discriminazioni di paese erano arrivate le prime notizie delle scomparse e delle persone intubate.

Abbiamo anche scoperto i complottismi, i negazionisti e i minimizzatori.

La cruda realtà era entrata in classe e allora la necessità di capire diventò ancora più prepotente. 

Poi un giorno, durante una lezione sulle proprietà delle potenze, a matematica, dopo che scoprimmo una sorta di simmetria a farfalla delle proprietà studiate, mi lasciai andare alla confidenza che "ma non i annoia un po' questo modo di fare lezione, io alla lavagna e voi a prendere appunti?"

Due giorni dopo inizia il lockdown, la DAD, Classroom, Meet, Gsuite... Una nuova epoca inizia, io l'ho chiamata il Cyborghiano, dove la connettività è di primaria importanza.


Questo è l'inizio della mia versione di questo anno surreale, diverso, completamente nuovo, nella sua tragicità ma anche nella sua innovazione.

 


venerdì 19 luglio 2019

50 anni sulla Luna

Mai avrei pensato di parlare e scrivere di Luna.
Non sono mai stato uno interessato chissà quanto al nostro satellite. Certo lo fotografo ma di parlarne, mah...


Segue invece, nel cinquantenario dell'allunaggio e della discesa di piede umano fuori dal nostro pianeta, la mia esperienza con la luna.

E invece un bel giorno mi hanno proposto una Luna e non mi sono più fermato. Da allora, sono due anni che giro attorno alla Luna.

Interesse nato quasi per caso. "Prof. per la tesina vorrei portare la Luna" fece Azzurra, studentessa di terza media, "bello, andiamoci allora!" replicai , pensando ad un ipotetico e fantasioso viaggio geoturistico (che va tanto di moda sulla Terra) lassù tra crateri e mari (le piane).

Un bel lavoro che ha toccato i tanti argomenti riguardanti l'andare sulla luna che coincidevano con le materie di studio, fianco la preparazione atletica per andare nello spazio.

Siamo riusciti anche a trovare una carta geologica (selenologica) del nostro satellite.

Da questo lavoro e con il contributo di altri studenti con le proprie tesine, e a loro nome, ne è nata una partecipazione a congresso (della Società Geologica Italiana, a Catania) e un articolo (accettato su rivista e presto in uscita).

La curiosità era eccitata e lo sguardo ormai è fisso. E l'eclissi totale del luglio 2018 e l'eclissi parziale del luglio 2019.


Non è finita, grazie al mio lavoro a scuola ho continuato a studiare la Luna.
Durante le lezioni di Scienze della Terra, nel lungo capitolo di esplorazione del cosmo, lontano e vicino, abbiamo scoperto l'esplorazione lunare e in modo particolare l'ultima, la cinese Chang-e 4, sul lato oscuro dove addirittura hammo fatto nascere una piantina, per la prima volta fuori dal nostro pianeta.

Insomma la Luna è diventata argomento di attualità televisiva, non si poteva più ignorarla.

E scrivo mentre una luna calante sorge gialla fuori dalla finestra.


Buonanotte e non escludo di cambiare il post domani.

Buona lettura se vi va.

sabato 12 maggio 2018

So quello che faccio (buona festa, mamma 13/05/2018)

Riporto una poesia che ho scritto già un paio di anni fa, partendo da un input ma osservando mia figlia, le sue scelte e i suoi rischi...

per parlare della festa della mamma (13/05/2018)...


Mamma, 
So quello che faccio
Quando cammino da sola.
So quello che faccio
Quando provo ad aprire la porta.
So quello che faccio
Quando cado per terra.
So quello che faccio
Quando sbatto la testa praticamente dappertutto.
So quello che faccio
Quando voglio salire a tutti i costi su di te.
So quello che faccio
Quando mi sveglio di notte e ti voglio per forza.
So quello che faccio
Quando schizzo dappertutto quando mi lavi.
So quello che faccio
Quando non mangio oppure mi sporco tutta.
So quello che faccio:
Scopro il mio mondo
E lo faccio insieme a te.



Auguri mamma per questa festa...

Andrea e Emma

mercoledì 15 novembre 2017

La ricerca de.... li cascigne...

Preambolo
A scuola, ai miei studenti, racconto spesso la storia di una mia disavventura contemporaneamente avventura successa da piccolo e con la quale parlo dello stimolo della curiosità.

Ho la fortuna di poter parlare e confrontarmi con quasi una settantina di ragazzi delle scuole medie, in due scuole differenti di Firenze, ragazzi provenienti da tantissime parti del mondo, ognuno con i propri usi e costumi e ovviamente modi di affrontare la vita.

Addirittura ho l'occasione di fare loro lezione in più lingue, arricchendo e migliorando il mio inglese, incastrato nella loro volontà di insegnarmi lo spagnolo.

E mi diverto tantissimo...

Insegno loro le matematiche e le scienze e ho osservato una cosa che li accomuna tutti, e accomuna anche i loro omologhi dell'anno passato: non sempre vanno oltre l'assegnato, non utilizzano la propria naturale curiosità che li porta a fare le scoperte di tutti i giorni, anche a scuola per approfondire gli argomenti.

Approfondimenti che spesso sono necessari non tanto per saperne di più, ma per impadronirsi della materia e fare in modo che ci diventi automatica e possa permetterci di ottenere risultati e voti soddisfacenti senza il rischio dei brutti scherzi legati alla insicurezza.

E ogni volta racconto loro di come feci la mia prima ricerca autonoma, frutto dell'impossibilità di credere a quanto la mia stessa insegnante mi stesse dicendo.

Ed è una ricerca nel mondo del mio dialetto, l'abruzzese, e delle sue traduzioni.

Il fattaccio
Un bel giorno, ero in quarta elementare, a casa di amici scopro una verdura nuova, selvatica, che puoi mangiare sia ad insalata che ripassata in padella... 

Aveva un sapore deciso e, sebbene amarognolo, molto gradevole, da cruda pizzicava il palato...

Ho chiesto il nome e me l'hanno detto

"quess è li cascigne!"

"Li cascigne", chissà quale era il loro nome in italiano... Il giorno successivo, a scuola, chiedo alla maestra.

La maestra era nuova, non quella dell'anno precedente, con lei avremmo fatto quarta e quinta e ci stavamo conoscendo. Aveva, ricordo, un modo tutto suo di affrontare le materie e, addirittura, a storia affrontammo il discorso al contrario, partendo dal recente e andando verso il passato...

Non ricordo il nome della maestra e il metodo per quanto poco ortodosso sembrava interessante, tuttavia non portò ai risultati sperati tant'è che rimanemmo con un vuoto di tutto quello che successe fino alla fine della terza elementare e quello che mancava alla fine della quinta ma andando a ritroso a partire dai giorni nostri... Insomma un casino infinito.

Vado speranzoso da lei e le chiedo quale fosse il termine italiano per "li cascigne", sicuro ci fosse come per qualsiasi parola dialettale nella nostra lingua. 

Lei mi risponde che non esisteva il corrispettivo...

Non c'era il corrispettivo? Ma che?! Scherziamo?! Non era possibile...

Torno a casa e penso d'averne parlato con i miei e loro mi proposero un vocabolario di Italiano - Abruzzese, Abruzzese - Italiano. Un libro più unico che raro, dalla copertina ormai distrutta dall'età e dall'uso, di mio zio, il quale l'ha poi rivoluto.

Cerco i famigerati "cascigne" e trovo la soluzione..

Cascigne: crespigno o cicerbita.

Li cascigne, conosciuti anche come crespigno (con le foglie crespe che pungono il palato, appunto!) o cicerbita (come viene chiamata da mia suocera qui in toscana dove vivo), sono una particolare verdura di campo, simile alla cicoria o al tarassaco, che selvatica si trova dappertutto.

Lu cascegne, o crespigno o Cicerbita, Sonchus oleraceus Linnaeus, 1753. Tratto dalla pagina wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Sonchus_oleraceus

Svelato l'arcano e tronfio di un'autostima di cui eccello e che sono coscio spesso rasenta il difetto, porto il risultato della mia scoperta ad una basita maestra.

Certo, io pecco in modi di fare, ma dall'altro lato alla risposta "non esiste" ho reagito con la ricerca con l'inconsapevole voglia di soddisfare la necessità di conoscenza, perché non può esistere un "no" ma il no deve essere dimostrato. 

E la maestra si sbagliava.

Conclusioni
Questa è stata la mia prima ricerca, libera ed indipendente, in risposta ad una risposta non soddisfacente e, come si è rivelato, anche sbagliata.

La curiosità ce l'abbiamo tutti, dobbiamo allenarla affinché ci possa aiutare duranti le fasi della nostra crescita, e non deve essere frustrata con gli "è impossibile" o i "non esiste". ' necessario che, invece, ci si provi a dare una risposta, per quanto sbalgiata, che si stimoli la naturale voglia di sfida e di conoscenza che i ragazzi hanno, incamminandosi spesso su sentieri poco battuti ma che portano alla scoperta dei più importanti tesori.


mercoledì 28 giugno 2017

Contina Di Cencio, 2016

Oggi cade il primo anniversario della pubblicazione del mio primo lavoro a nome unico. Segue la citazione e per chi fosse interessato basta cliccare sul mio nome.


Di Cencio A. (2016) - Contina, a new name for genus Vacekia Conti & Szabò, 1989 (Mollusca: Gasteropoda), preoccupied by Vacekia Buckman, 1904 (Mollusca: Ammonoidea). Boll. soc. Paleont. It., 55(1): 79-80. 




Contina gardana (Vacek, 1886), olotipo figurato da Vacek (1886, fig. a., b, c) e da Conti & Szabò (1989, fig. d)






Si rinomina Vacekia il gasteropode il cui nome è già occupato da Vacekia l'ammonite. Per le regole della nomenclatura zoologica ha diritto di precedenza il nome istituito prima e l'ammonite è stata classificata da Buckman nel 1905, mentre il gasteropode da Conti & Szabò nel 1989.

Interessante osservare come il gasteropode Vacekia e l'ammonite Vacekia fossero vissuti più o meno nello stesso periodo, al passaggio tra Giurassico inferiore e Giurassico medio (tra Toarciano e aaleniano, per chi se ne intende), come a dire che Vacekia, qualunque cosa fosse poteva essere vissuto solo allora.

E il nome, Contina, è dedicato alla prof. Conti, già Università La Sapienza, Roma, uno dei due autori di Vacekia il gasteropode.

Il lavoro nasce dall'aver riscontrato un problema, questa volta legato alla nomenclatura paleontologica, e dalla volontà di volerlo risolvere. Ma nel momento stesso che il lavoro è stato sottoposto a rivista eccolo là che nascono i problemi più insormontabili. 

Chi leggerà il lavoro osserverà che il manoscritto è stato spedito nel 2012 ma è stato possibile pubblicarlo solo nel 2016. E meno male  che non avevo velleità di concorsi universitari. Questo perché l'altro autore, Szabò, già in pensione, non diede il permesso, se non dopo 4 anni di cambiare il suo nome non utilizzabile.

Ma anche questo inghippo è stato risolto e dopo 4 anni finalmente il mio lavoro, evidentemente ritenuto opportuno, ha visto la luce.

E mi ha riempito di orgoglio perché per una volta la ricerca scientifica non è stata targata università, ma è stata anche se per poco appannaggio della libera professione.

A maggior ragione è importante per me avere un lavoro a nome unico con affiliazione presso il mio studio professionale perché questa volta non figuro come consulente, ma primo ed unico attore di un progetto, la nomenclatura aggiornata, realizzato.

Siamo rimasti in pochi a fare quello che faccio io come ambito paleontologico e quindi ben vengano le collaborazioni tra accademie ed esterni, ma anche proposte di soli esterni, altrimenti si rischia che interi ambiti di ricerca perdano professionisti e studiosi.

E infine volete mettere? Adesso il mio nome è diventato immortale!!!

lunedì 24 aprile 2017

Ma come sono estinti i dinosauri? Cosa è veramente successo? - Parte Prima

Eh? Hai visto che bel titolo? degno di tutti quei giornali sensazionalisti che poi pretendono anche di avere ragione scopiazzando qua e là la teoria che spacciano per più accreditata!

Ma nel mio caso le domande sono sincere. Io veramente non ne so molto. A differenza di quei detrattori che pretendono che visto che faccio il paleontologo debba conoscere a mena dito tutta la scienza, io mi occupo bene di Giurassico inferiore e per tutto il resto devo ahimé ricorrere all'assistenza di chi è più esperto di me.

E i casi della vita mi hanno portato a leggere una traduzione italiana di un libro del Prof. Benton, paleontologo anglosassone a cui per altro ho mandato anche una domanda di dottorato con tanto di curriculum... insomma in qualche maniera ci conosciamo... eh ehe h... 

E il suo libro in realtà tratta della più grande catastrofe di tutti i tempi, che poi è anche il suo titolo italiano, ossia l'estinzione di massa denominata Permo-triassica, quando circa 250 milioni di anni fa, è scomparso qualcosa come il 90-95% del vivente... 

e pensare che l'uomo ancora non c'era... oops questa è contro coloro che pensano che l'uomo abbia qualche chance di fare la differenza su questo pianeta!!!

Insomma, nella parte iniziale del libro, l'autore ripercorre gli ultimi 150 anni di evoluzione del pensiero scientifico a riguardo delle estinzioni di massa, tra negazione e accettazione, tra baroni conservatori e spericolati speculatori. E inevitabilmente tra le varie estinzioni di massa, la più affascinante e impattante nell'immaginario collettivo è quella che ha comportato l'estinzione del superordine Dinosauria Owen, 1842

Nella disamina l'autore fa alcune considerazioni che saranno l'anima di questo post. A pagina 87 dell'edizione italiana, l'autore scrive un capitoletto intitolato "Cento teorie per la fine dei dinosauri":

"Negli anni che vanno dal 1920 al 1990, furono avanzate almeno un centinaio di teorie per l'estinzione dei dinosauri" circa una o due all'anno. "Nessuna pietra e nessun fossile fu trascurato nella ricerca di nuove teorie e queste spaziavano dalla semplice biologia alle interazioni tra specie, ai cambiamenti ambientali, ai fattori extaterrestri.... Nel 1964, l'esperto americano di dinosauri Jepsen ne elencò 40. nel 1990, io [l'autore] sono riuscito ad individuarne più di cento diverse.


Senza elencare i commenti ai convegni o le congetture dei giornali, evitando le dicerie e le storielle di studenti, sono state considerate solo quelle teorie presentate attraverso i canali ufficiali della pubblicazione scientifica, e quindi i dati sono stati controllati da almeno due o tre esperti terzi prima di essere dati alle stampe.

Ed è quanto segue.

Cento Teorie riguardanti l'estinzione dei dinosauri, presentate dal 1842 al 1990.


Cause biotiche (26): problemi medici: ernia del disco; disfunzione o squilibrio del sistema ormonale; iperattività della ghiandola pituitaria e crescita eccessiva (acromegalia) delle ossa e delle cartilagini; ossa degli arti troppo pesanti; assottigliamento patologico dei gusci delle uova; calo dell'attività sessuale; cecità dovuta alla cataratta; malattie (carie, artrite, fratture, infezioni); epidemie; parassiti; AIDS provocato da una crescente promiscuità; mutamento nel rapporto del DNA nel nucleo cellulare. Disturbi mentali: diminuzione, dell'attività celebrale e conseguente stupidità; mancanza di conoscenza e deficienza nell'abilità di modificare il comportamento; sviluppo di fattori che determinarono una psicosi suicida; Palaeoweltschmerz. Disturbi genetici: tasso eccessivo di mutazione indotto da valori elevati di raggi cosmici; aborto degli embrioni a causa dei raggi cosmici.

Senilità razziale (6): alterazione evolutiva verso una superspecializzazione nella senescenza, come si evince da gigantismo, dall'eccessiva crescita di aculei o dalla smisurata corazza; invecchiamento della razza. L'incremento dei livelli di disfunzione ormonale condusse alla crescita sempre maggiore di corna e di collari superflui; la pesantezza della nuca ne impediva il sollevamento.

Interazioni biotiche (6): competizione con i mammiferi; competizione con i bruchi che si cibarono di tutte le piante; capacità di sterminio da parte dei predatori; i mammiferi si nutrirono con le uova dei dinosauri; consumo di tutta la vegetazione da parte di dinosauri giganti; avvelenamento da metano provocato dalla flatulenza dei dinosauri.

Mutamenti della flora (11): la diffusione delle angiosperme e la riduzione delle gimnosperme e delle felci disponibili causò un calo degli olii di felce nella dieta dei dinosauri e una morte lenta per una cospipazione temrinale; mancanza di una vegetazione tipica delle paludi; l'aumento delle foreste determinò la perdita dell'habitat; notevole diminuzione della disponibilità di piante commestibili; presenza nelle angiosperme di alcaloidi e tannini velenosi; presenza di altre sostanze velenose nelle piante; carenza di calcio e di altri minerali indispensabili alla vegetazione; l'aumento delle angiosperme e del loro polline causò l'estinzione dei dinosauri per una rinite allergica.

Cambiamenti di clima (12): il clima divenne eccessivamente caldo; il clima divenne troppo freddo; il clima divenne troppo secco; il clima divenne eccessivamente umido; diminuzione dell'uniformità climatica e incremento dei fenomeni stagionali.

Variazione dell'atmosfera (7): mutamenti nella pressione o nei componenti dell'atmosfera; gli elevati livelli di ossigeno nell'atmosfera causarono incendi; gli esigui livelli di anidride carbonica fecero venire meno lo "stimolo del respiro"; elevati livelli di anidride carbonica nell'atmosfera e morte per asfissia degli embrioni nelle uova dei dinosauri; gli estesi fenomeni del vulcanesimo produssero polvere vulcanica; il selenio o altre sostanze tossiche causarono l'assottigliamento dei gusci delle uova dei dinosauri.

Mutamenti oceanici e topografici (12): trasgressione e regressione del livello del mare; orogenesi; prosciugamento delle paludi e dei laghi; ristagnamento degli oceani a causa degl ielevati livelli di anidride carbonica; mancanza di ossigeno nelle acque profonde; il traboccamento delle acque dell'Artico precedentemente contenute negli oceani portò alla diminuzione delle temperature in tutto il mondo, a un calo delle precipitazioni e a una siccità che durò 10 anni; riduzione degli ambienti topografici favorevoli e decremento degli habitat sulla terra; disgregazione dei supercontinenti.

Altre catastrofi terrestri (5): improvvisi fenomeni di vulcanesimo; fluttuazione delle costanti gravitazionali; spostamento del'asse rotazionale della Terra; formazione della Luna staccatasi dall'Oceano Pacifico; avvelenamento da uranio aspirato dal terreno.

Cause extraterrestri (15): entropia; macchie solari; radiazioni cosmiche ed ultraviolette; distruzione dello strato di ozono a causa della luce solare e passaggio delle radiazioni cosmiche; radiazioni ionizzanti; radiazione elettromagnetica e raggi cosmici provocati dall'esplosione di una supernova; nube di polvere interstellare; istantaneo surriscaldamento dell'atmosfera causato dal passaggio di un meteorite; oscillazione del piano galattico; impatto di un asteroide; impatto di una cometa; pioggia di comete.

Insomma chi più ne ha più ne metta, ci sono teorie per tutti i gusti, basta scegliere.

qui termina la prima parte, nella seconda discuteremo di quale risposta dare ad ogni gruppo di teorie, separando le più plausibili dalle più ridicole...