Ero
vagante, leggero, vicino a quella finestra marrone chiusa e mi divertivo a far
cigolare l'insegna della locanda, si chiamava? ah si: "Il Puledro
impennato".
Ad un momento la finestra si apre improvvisa ed io sono
attirato fresco dentro, nuovo e ricco mentre vedo allontanarsi calde e scure
nel verso opposto le alitate interne.
Entro e
comincio a girare con forza tra i tavoli e gli astanti, smuovo i capelli
della cameriera e raffreddo il sudore che imperla il petto mostrato dalla generosa
scollatura della bella cortigiana, volo intorno al boccale di birra che viene
portato verso la bocca e trasporto lontano l'odore delle patate speziate che
stanno per essere mangiate.
Giro e vago per questo luogo semiscuro e prendo in
prestito le chiacchiere ed i rumori che vengono prodotti.
Mi
dirigo verso quel tavolo in fondo, quello dove c'è sempre poca luce, attirato
lì dal risucchio del caminetto.
Vengo intercettato e mi sposto verso il vecchio
dal viso affilato e la lunga barba bianca. Lo vedo: sembra povero nell'abito,
ma ha un cipiglio nel muovere le mani ed una luce negli occhi...
Mi dirigo
sempre più velocemente verso il suo naso, entro e le narici mi fanno spazio,
vado giù nei polmoni, mi carico di aria calda, torno su e divento:"... e
allora mi servono almeno tre volontari giovanotti che vogliano portare questo
pacco, piccolo ma ahimè ambito, fino oltre i monti, e consegnarlo alla
guarnigione che lì è di istanza. Purtroppo non posso farlo io stesso perché
sono troppo vecchio, ormai..." e mentre riesco fuori mi giro un attimo e
vedo uno sfavillio furbesco negli occhi dell'uomo: chissà cosa trama!
Ma non ho
tempo e di nuovo corro verso un ragazzo, magro e slavato, più delicato e pulito
di tutti quelli che gli stanno attorno. E' ben vestito: pantaloni attillati camicia con le maniche a sbuffo ed un piccolo corpetto di cuoio, un corto mantello
ed uno stiletto lungo ed affilato sul fianco. I capelli sono biondi e tagliati
alla paggetto, ma che sciccheria! Ma cosa vedo sul corpetto? Ah uno scudo
fregiato, due leoni, un giglio e uno stendardo, sarà il simbolo della sua famiglia?
Ma ecco che entro e riesco da lui:" Io mi offro volontario messere, porterò
io il vostro pacco e vi giuro sul mio onore che arriverà sano e salvo a destinazione!".
Subito vengo deviato dalla mia traiettoria per finire nella bocca
del nano e riesco odorante di birra: "Ma dove pensi di andare, damerino dei
miei stivali da solo per i monti! Verrò con te, avrai bisogno di me e della mia
ascia, lassù! A me della birra fresca ora!"
Vengo vomitato lontano da quel
basso guerriero tutta barba e pancia e volo libero e roteante verso quella
ragazza: orecchie a punta e viso delicato e occhi che possono stregare i venti
e le nuvole, corpo sinuoso, forte e morbido. "Ehy mica penserai" dice
con un sorriso "di andartene in giro solamente con quel nano lì, hai
bisogno di qualcuno che ti levi dai guai dove ti ficcherai con lui..."
...
"E sia" torno dal vecchio "il trio del viaggio è così
formato.... che il vostro viaggio abbia inizio".
[to be continued]
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