venerdì 23 settembre 2016

Perché Er Polacco?

Mi è stato chiesto piu' volte "perché erpolacco?" 

Durante il primo anno di Geologia, il giorno della foto allegata (ph. Adele Garzarella) eravamo sul terreno con il prof di paleontologia Giovanni [Jack] Pallini per una delle sue lezioni in montagna, informali prima del corso. Ad un certo punto un ragazzo porta a far vedere il frammento di roccia che aveva in mano e il prof gli fa: "Aoh e vagliela a ffa' vede' ar polacco laggiu'". 




Noi tutti a chiederci chi fosse questo "polacco", non abituati ai soprannomi di romanesca tradizione. Insomma a richiesta di chiarimenti è uscito fuori che per Jack, il polacco ero io...

Ed ero il polacco perché secondo lui io, che ai tempi vestivo con una "mimetica da sbrago" ereditata dal recente servizio militare, con più capelli e meno barba, biondiccio e con occhialetti tondi, assomigliavo tantissimo ai "polacchi lavatori di vetri" a roma degli anni 70.

Durante gli anni 70, a seguito dell'incoronazione a papa di Carol Wojtyla l'immigrazione dalla Polonia fu molto importante e non era strano incontrare polacchi nelle mansioni piu' svariate, financo lavare i vetri ai semafori.

Fu scritto anche un libro: "Il polacco lavatore di vetri" di Edoardo Albinati - Piccola Biblioteca Oscar mondadori che prima o poi comprero'...





Insomma divenni il polacco e questo divenne il mio nome di battaglia, sono conosciuto come il polacco [e nella sua versione romanesca, erpolacco] in moltissime università italiane e straniere. 


Quando venni eletto rappresentante degli studenti presi piu' voti di tutti e per la maggior parte venni votato come polacco, tant'è che decidemmo in fase di scrutinio che il polacco ero io...

E "il polacco" sono io. Qualcuno storce il naso per come è nato questo nome, ma sia per me che per il prof. [per altro bonanima] non c'era nulla di offensivo. Chi storce il naso probabilmente ha un problema irrisolto di razzismo

Io amo profondamente il mio nome di battaglia ed è la cosa piu' bella che mi resta di Jack.

Inutile a dire che il prof. mi faceva lavare ogni volta il parabrezza del pulmino quando andavamo a giro, senza che io ci riuscissi...

e memorabile è la voce di Jack alla Castelletta di Fabriano che urlava alle quattro del mattino "ah pola' fa' 'r caffé" e io ero in piedi già da un'ora, durante la campagna di rilievi per la mia tesi di laurea...


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