lunedì 24 ottobre 2016

Giornata con Kailas - parte I - Civita Di Bagnoregio

Domenica 23 Ottobre 2016 si è svolta una delle "Giornate con Kailas", quella a Civita Di Bagnoregio.

Civita di Bagnoregio è un borgo medievale, ormai frazione del comune di Bagnoregio in provincia di Viterbo. Ricade nell'area della Teverina, che è la porzione di Tuscia viterbese al confine con l'Umbria e la Toscana.

Civita è il paese costruito su di una rupe tufacea (Ignimbrite di Bagnoregio-Orvieto) che è rimasto isolato dal resto degli abitati a causa dell'erosione che modificandone i versanti ha eliso parte del territorio e il paese è raggiungibile solo da un ponte pedonale.

Civita di Bagnoregio


Diceva "piove" ed effettivamente il tempo è un po' uggioso, umido e ogni tanto qualche gioccia si faceva sentire, ma nulla di eclatante... insomma si poteva andare...

Ero un po' agitato per alcuni motivi. 

Era un po' che non andavo a Civita di Bagnoregio e avendo contribuito alla gestione del locale Museo Geologico e delle Frane, l'emozione era forte. Nei tre anni in cui ho vissuto tra Bagnoregio e Civita ho conosciuto quasi tutti e stretto rapporti di amicizia con molte delle persone con cui passavo le giornate. Quindi tornare in paese mi ha fatto rincontrare quasi tutti ed è stato bellissimo.

Dall'altro lato avendo lavorato per un progetto veramente importante di cui ero propositore e realizzatore, insieme ai colleghi, quello del presidio territoriale per il monitoraggio dei dissesti idrogeologici, era un po' come ricominciare a contribuire al bene collettivo.

Ma in realtà stavo esagerando ed è andato tutto bene. Fatta la visita al museo che vale anche come inquadramento al paese e al paesaggio pian piano ci siamo avviati verso l'escursione.

Siamo passati sotto il "buco sotto Civita", tunnel scavato già dagli Etruschi per permettere agli abitanti di raggiungere i campi coltivati nell'attuale valle dei Calanchi. 

Noi abbiamo intenzione di fare lo stesso e di dirigerci verso i sentieri che percorrevano gli abitanti di Civita fino ad almeno gli anni 50.

Ci inoltriamo nel bosco di castagni. alberi altissimi e in piena salute, nati e cresciuti sui terreni vulcanici ricchi in silice, preziosa per alberi come questi.

E non ti becchiamo la battuta di caccia al cinghiale? oh maremma!!! di domenica vicino ad un luogo turistico e senza neanche i cartelli, o se li hanno messi non ben visibili, tant'è che comunque avevo provato a buttarci un occhio... abbiamo parlamentato come potevamo con i cacciatori e ci siamo fatti mettere in sicurezza il sentiero...

... e che diamine!!!

Percorriamo il sentiero e raggiungiamo la nostra destinazione: I Ponticelli

I ponticelli, al centro della figura le assi orizzontali sul calanco rappresentano la massicciata della strada percorsa dai contadini.

I ponticelli sono quello che resta di una strada che connetteva Civita ai campi coltivati limitrofi. La strada era esposta su ambo i lati e nel tempo si è erosa fino a diventare intransitabile. Della strada restano solo alcune assi poggiate a mo' di massicciata, mentre alcune porzioni del percorso sono ormai irrimediabilmente crollate.

L'erosione e il tempo sono inesorabili e quindi ci siamo riempiti gli occhi delle meraviglie del paesaggio finché è ancora così e siamo ripartiti per la seconda parte della giornata.

Ma fermiamoci un attimo per un ultimo sorso di immagini, giriamoci dall'altro lato e guardiamo in fondo: La Cattedrale.

La Cattedrale. Spicca sul bosco retrostante. Forma erosiva nei calanchi particolarmente interessante e bella.

La Cattedrale: tre guglie altissime di sabbie argillose modellate dal vento e dall'umidità che spiccano nella valle dei calanchi. E' necessario trovare una strada per avvicinarsi, la prossima volta.

Ma ora bisogna rientrare perché la seconda parte della giornata chiama....




lunedì 3 ottobre 2016

Venti anni di Geologia

Accidenti!!!
Essere partiti militare un giorno dopo, mi ha costretto a rimanere in caserma un giorno di più. E non posso seguire la prima lezione del mio nuovo corso di studi.

Già perché quella notte a spalare la neve tra i camion della compagnia trasporti del battaglione Granatieri di Sardegna (e scusa se è poco) in cui ero in forze mi ha fatto capire che il lavoro non è per me... almeno quel tipo di lavoro, tutto braccia e niente cervello.

Si lo so, sono antipatico a volte e decisamente razzista.

E visto che non volevo lavorare, l'unica era tornare a studiare! Lasciata Ingegneria ad Ancona, lontana, costosa e inaffrontabile nuovamente, via a Geologia a sfatare il falso mito che sia più facile di Ingegneria. 

Qualcosa di diverso però c'era, anche a voler essere del tutto ignorante. Se ad ingegneria i documenti di iscrizione li consegnavi allo sportello della segreteria, dopo la lunga fila di tutti gli iscritti per quello che era un sogno che portava lavoro, a geologia entro, mi accolgono le segretarie, mi sorridono, prendono i documenti, controllano che fosse tutto apposto mi danno il numero di matricola (367) scherzando che l'anno era iniziato con il 365... non sapemmo mai chi fosse il 366 e poi mi hanno preparato un caffé.

"Fico Andre', ci portano in montagna" 

è stata la frase decisiva, la disse Paolo e rimase impressa nella mente e nel cuore. Ed è così che ho deciso.

Ma c'era la questione del congedo militare. Fino all'ultimo giorno, il primo di ottobre del 96 dentro la caserma, a fare niente che tanto ero nonno e congedante. Passavo consegne, ma mollemente... un fantasma... in realtà salutavo gli amici e i compagni di 365 giorni fatti tutti d'un fiato ed erano rimaste soltanto poche ore per scambiare i telefoni e promettersi di non perdersi una volta oltrepassata la porta carraia, un altro viaggio di cui parlerò un'altra volta.

E arrivo a lezione, in fondo, insieme ai ragazzi che sedevano dietro, loro vestiti di nero e io di verde e arancione... Mimetica da sbrago regalo del nonno prima di me e riportata a casa.

Geografia Fisica, prof. Caputo, Claudio in prestito dall'Università La Sapienza Roma. Piano piano avrei conosciuto tutti i miei professori, con tutti riuscii a stabilire un rapporto anche di tipo personale, nel rispetto dei ruoli e delle distanze.

Quel giorno, uscendo di casa dissi a mia madre che mi sarei infilato all'università tutto il tempo e che non si aspettasse di vedermi sempre dentro casa a studiare... e così è stato, iniziava il viaggio della mia vita...

Jack ci disse, qualche giorno dopo che probabilmente stavamo scegliendo per la vita.. per me è stato esattamente così... geologo da subito, definitivamente sul terreno...

Il polacco.

Ieri, 20 anni fa (2 Ottobre 1996) iniziava la mia avventura come geologo. 
Venti anni tutti d'un fiato di frustrazioni e di successi, di miti conosciuti e vissuti... una strada lunga subito sul terreno, subito con una carta da colorare, subito senza copie... Tanti i compagni di strada, molti ancora pezzi della mia vita, tutti pezzi del mio cuore... ... ma continua...